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CLAN Spinning - Giambattista Scuri

INDIMENTICABILI EMOZIONI
Pesca a Spinning con Giambattista Scuri


Anche quest’anno come ben sanno tutti gli appassionati di pesca ai salmonidi, la stagione a loro dedicata si è conclusa domenica 3 ottobre, e rimarrà giustamente ferma fino all’ultima domenica di febbraio del prossimo anno.
Questo di norma è il periodo concesso ai salmonidi di tutte le specie, per espletare al meglio l’ importante evento della fregola cioè in parole povere, la fase riproduttiva che ogni specie ittica a seconda del periodo ad essa più congeniale (per i salmonidi questo periodo è appunto incluso tra l’inizio autunnale e la fine di dicembre) mette in atto in maniera naturale per sostenere la propria specie.
A noi appassionati rimangono oltre ai recenti ricordi di pesca legati alla stagione appena trascorsa, altre possibilità di poter interagire con i nostri amati salmonidi, anche se tutto ciò non ha più il sapore vero di una battuta di pesca a loro dedicata come quella eseguita in ambiente naturale, ma semmai è un surrogato della stessa che ci vede andare alla ricerca di nuove catture e rituali sensazioni in ambienti che per forza di cose, non hanno ne il fascino ne il blasone di un torrente di montagna o di un fiume di fondovalle. Mi sto riferendo in particolar modo alle cave a pagamento dove chi ne ha voglia, anche in periodo di chiusura si può divertire, anche se personalmente aborrisco nella maniera più assoluta certi ambienti per svariati motivi, primo fra tutti il gran “casino” di gente che affluisce lungo le sponde di tali invasi, cosa questa che non mi permette di svolgere come vorrei(e come sono abituato) la mia azione di pesca.

D'altronde un “lupo solitario” quale sono io (sia per indole caratteriale, sia per la maniera di vivere la pesca) non si trova a suo agio in certi contesti ambientali troppo affollati! Oltre a queste realtà, da qualche anno a questa parte sono nate in varie località della Lombardia zone di pesca invernali all’Iridea, tratti di torrenti questi gestiti dalle province in cui sono situati, dando la possibilità all’appassionato di interagire in ambiente naturale con dei pesci che se anche non sono interessanti sotto l’aspetto qualitativo, sanno comunque dare in pesca piacevoli soddisfazioni ( naturalmente limitate al tempo in cui i pescatori locali ci mettono a “spazzolarle” tutte) sia al neofita che al pescatore esperto.
Per quanto mi riguarda, propendo più per la seconda soluzione rispetto alla prima, ma di solito opto per il cambio di avversario, andando ad insidiare comunque pesci “veri”che durante l’arco dell’anno non rientrano nei miei interessi prioritari, essendo io uno spinner che dedica ai salmonidi la quasi totalità del suo tempo in pesca. Lucci, Persici e Cavedani, sono in questo periodo i miei avversari principali, sia in fiume che in lago, ma non dimentico le recenti emozioni legate alla stagione di pesca ai salmonidi appena trascorsa, ed è proprio per questo che vi voglio raccontare una delle mie ultime battute di pesca in torrente, sperando di riuscire a trasmettere anche a voi le piacevoli sensazioni che tutto ciò ogni volta mi sa dare.

La battuta di pesca che vi vado a descrivere si è svolta sul Serina, un bel torrente di montagna che scorre nell’omonima vallata situata nella media val Brembana in provincia di Bergamo. Era esattamente un sabato di fine settembre, caratterizzato da violenti temporali che gia dalla notte imperversavano in lungo e in largo su tutta la provincia di Bergamo, portando violenti scrosci di pioggia che avevano sporcato e innalzato irrimediabilmente le acque del Brembo fino a farmi desistere dall’andarci in pesca. Cosi passai la mattinata occupandomi delle faccende domestiche (la mia dolce metà il sabato mattina lavora!) sperando che il tempo smettesse di fare le bizze, e mi donasse una chance di poter effettuare la tanto sospirata battuta di pesca almeno nell’immediato pomeriggio. Difatti neanche se il tempo mi avesse ascoltato, verso le due pomeridiane il cielo si aprì d’incanto, lasciando spazio ad un sole caldo che mi spronò immediatamente a mettere l’attrezzatura in macchina e a portarmi sul posto di pesca che mentalmente prima avevo prescelto.
Cosi avendo deciso di tentare la fortuna in qualche torrente del circondario, scelsi il Serina, che per le sue caratteristiche morfologiche e di portata sapevo essere un corso d’acqua che decantava molto velocemente, fattore questo che mi avrebbe permesso di trovare acque alte ma non particolarmente torbide, condizione ottimale per cercare di conseguire buone catture. Il tratto da me scelto in quella occasione è stato quello che scorre proprio sotto il paese di Serina, nota località turistica brembana, meta di tanti villeggianti lombardi amanti delle vacanze “fuori porta”. Erano alcuni anni che non ci andavo in pesca, principalmente perché le acque reflue del paese in questo tratto di Serina venivano scaricate direttamente nel torrente, compromettendo in maniera significativa tutto l’ecosistema torrentizio sottostante alterandolo a tal punto, che i pochi pesci presenti mal sopportavano questo ambiente particolarmente inquinato decidendo di sparire inevitabilmente.

La svolta in positivo avvenne circa tre anni fa, quando il comune decise di collettare finalmente le fogne del paese cercando di rimediare agli eventi nefasti perpetrati per anni. Così decisi di verificare se qualcosa fosse veramente cambiato, se qualche pesce decente fosse tornato a vivere in quello che comunque rimaneva un angolo d natura che può sicuramente dare molto a chi lo sa apprezzare. Il tratto non distava molto da casa mia, difatti dopo una ventina di minuti parcheggiai l’auto in una rientranza laterale limitrofa alla strada. Mentre do inizio alla “ vestizione”, faccio mente locale su quale strategia adottare per avere maggiori chances di cattura, e decido data la portata d’acqua che intravisto salendo, di utilizzare il vecchio intramontabile rotante che ben si addice a tale situazione torrentizia.
La scelta cade sul “solito” mepps aglia del n. 3 con paletta argento senza alcuna decorazione, tanto i pesci con l’acqua cosi velata com’è ora, gli eventuali pallini non li vedrebbero neanche! Dopo esser sceso da un declivio boscoso mi approccio alla sponda del torrente e montata la canna (una Troutino di Major kraf in 7,8 piedi) comincio a sondare con lanci mirati tutte le varie buchette e salti d’acqua che incontro risalendo il torrente. Recupero l’esca in maniera lenta e mirata, facendomi aiutare in ciò sia dall’ottima azione della canna sia dalla corrente che nonostante sia sostenuta mi permette tenendo quasi fermo il rotante, di farlo girare alla perfezione.
L’ennesimo lancio va a sondare un’allegra correntina che schiumando si infrange contro un grosso masso, la botta arriva franca e improvvisa certificandomi che la prima trota è venuta a farmi visita. Si tratta di un bel maschio di fario che misurato prima del rilascio risulta di 38 cm, non male direi! Proseguo l’azione di pesca e il tempo vola, che bellezza, io,la natura e le trote. Dopo un’ora ho al mio attivo altre 5 trote (altre 3 si sono slamate durante il combattimento) e che trote, due sono 40 cm, una 43, una 47 e la più bella 49 centimetri, tutte fario dai colori stupendi e dal combattivo carattere. Incredibile, mai avrei neanche lontanamente immaginato di fare catture di tale taglia in un torrente il cui alveo è largo si e no 5-6 metri. Oramai felice ed appagato decido di ritornare all’auto, ma prima voglio tentare la sorte facendo gli ultimi lanci là, in quella bella buchetta che intravedo una decina di metri più a monte.

L’acqua si sta schiarendo velocemente e per non farmi vedere da eventuali trote in caccia mi approccio alla buca con molta circospezione, tenendomi il più basso possibile. Da posizione defilata eseguo un lancio sotto vetta che mi permette con una parabola arcuata, di mandare il mio fido rotante a planare dolcemente ad inizio buca. Inizio il recupero e ad un tratto vedo un lampo giallo baluginare in fondo alla buca, ma l’esca torna a riva senza aver subito l’attacco di quella, ne sono certo, sia una bella trota.
Riprovo, questa volta recupero il rotante in maniera più allegra e ……… Buuum!.
Una botta tremenda conferma che la trota è di quelle con la T maiuscola.
La sarabanda che scatena in acqua è indescrivibile, e mi ritrovo a rintuzzare freneticamente tutti i tentativi (compreso uno spettacolare salto fuori dall’acqua) fatti dal bel pesce per potersi liberare. Alfine la spiaggio in un angolino del torrente caratterizzato da acqua bassa e tranquilla. La vedo, è una stupenda fario femmina che supera sicuramente i 50 cm, caratterizzata da una colorazione giallo limone del ventre, che va a miscelarsi in maniera perfetta con il grigio topo del massiccio dorso, tutto ciò impreziosito da radi puntini rossi come sangue e da altri neri come inchiostro.
Delicatamente la sollevo e poi la misuro, 53 cm di forza pura! Noto con meraviglia che ha già le Gonadi gonfie e tastandola delicatamente sento il ventre turgido, segno questo che si sta preparando alla fregola. La slamo delicatamente, due foto e via, libera di nuovo nel suo mondo sperando di rincontrarla una prossima volta. Felice ed appagato ritorno all’auto con la fedele digitale piena di foto e la mente piena di piacevoli sensazioni, ma anche con una certezza: ancora una volta la natura ha prevalso sulla mano dell’uomo, perché è bastato darle l’aiuto di cui necessitava(il depuratore) ed essa ha saputo ripristinare in maniera ottimale anche l’ambiente più compromesso, prova ne è l’ottima fauna ittica che in cosi poco tempo ( meno di tre anni) si è formata in tale contesto ambientale.

Ecco, la mia storia finisce qui, spero vi sia piaciuta e vi abbia permesso di vivere anche se in maniera virtuale le mie stesse emozioni, perché anche se ora la stagione di pesca ai salmonidi è andata in letargo, dentro di me tali sensazioni rimangono vive per donarmi. quando ne sento il bisogno, indimenticabili emozioni!!

Scuri G. Battista

 

 

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